Driver Motivazionali: origini
I Driver Motivazionali: cenni storici
Già dai primi anni del XX secolo, gli studiosi di filosofia, psicologia e organizzazione aziendale conducono studi e ricerche per conoscere quali “forze” muovono le persone nel fare qualcosa.
Fra questi, a parlare di valori in modo strutturato troviamo il noto il pedagogista e filosofo tedesco Eduard Spranger nella sua opera, “Lebensformen. Geisteswissenschaftliche Psychologie und Ethik der Persönlichkeit” (1914; Types of Men) dove spiegò che l’individuo va considerato come un soggetto inserito in un vasto contesto di relazioni intersoggettive e collettive, i cui pensieri e azioni possono essere compresi solo nel contesto globale in cui egli è situato.
Ogni individuo tende ad agire spinto da una concezione etica basata differenti tipologie di atteggiamento valoriale, predeterminate alla nascita.
Spranger identificò così i 6 “idealtipi” influenzati da altrettanti valori:
- Teorico: il cui interesse dominante è la scoperta della verità, ovvero la passione di scoprire, sistematizzare e analizzare la conoscenza.
- Economico: il cui interesse verte su ciò che è utile, e più specificamente la passione di ottenere un ritorno su tutti gli investimenti che coinvolgono il tempo, il denaro e le risorse.
- Estetico: il cui valore massimo è la forma e l’armonia, in particolare la passione di sperimentare impressioni del mondo e forme di auto-realizzazione.
- Sociale: il cui valore massimo è l’amore delle persone, cioè la passione per investire se stessi, il proprio tempo e le proprie risorse nell’aiutare gli altri a realizzare le loro potenzialità.
- Politico: il cui interesse è principalmente il potere, e più in dettaglio la passione di raggiungere una posizione da utilizzare per influenzare gli altri.
- Religioso: il cui valore massimo è l’unità, ovvero la passione di cercare e perseguire il più alto significato nella vita, nel divino o nell’ideale, e di realizzare un sistema di viva in accordo con esso.
Interessato esclusivamente alla classificazione filosofica delle passioni umane, Spranger non sviluppò alcuno strumento di assessment. Seguendo il modello di Spranger, Gordon W. Allport sviluppò nel 1931 in collaborazione con P.E. Vernon e G. Lindzey il suo: “Study of Values”, il primo strumento di valutazione dei “Valori”. Allport riteneva che il Sé in ciascuno di noi lotti per raggiungere il suo massimo potenziale in modo attivo e progressivo.
A partire da questi concetti, rigettando tuttavia la teoria dellapredeterminazione dei driver di Spranger, e affiancandoli alle teorie comportamentali di Carl Jung, Sigmund Freud e Martson (Modello DISC), Bill J. e Dave Bonnstetter (1984) con il loro team in Target Training International (TTI) hanno strutturato e validato un set di tool registrati come TTI Success Insights®. Questi permettono di evidenziare le preferenze comportamentali e forniscono indicazioni sulle motivazioni profonde che spingono le persone ad agire in un determinato modo.
Per quanto riguarda la valutazione dei Motivatori applicata al business hanno predisposto uno strumento moderno, semplice, scientificamente testato e validato conosciuto come: “Business Values and Personal Interests and Values assessments” (PIAV).
I motivatori identificati da Bonstetter sono un’evoluzione ed un’attualizzazione di quelli di Spranger che identificò i “valori” come un insieme di punti di vista, preferenze, inclinazioni intime, valutazioni razionali e irrazionali, pregiudizi e modelli che determinano la visione del mondo da parte del singolo.
I motivatori sono un modo di guardare alla vita, uno stato mentale che influenza ogni decisione che prendiamo, ci spiegano PERCHÉ facciamo CIÒ che facciamo. La presenza e l’interazione di alcuni driver diventa uno standard, un criterio che guida a livello più o meno conscio le nostre azioni, che ci dà energia per dirigere i nostri sforzi nella direzione che riteniamo appartenerci, sia nella vita personale che in quella professionale.
Sapere da cosa è spinta una persona, proprio come accade per i comportamenti, può essere di particolare aiuto per ridurre i conflitti e permettere una interazione efficace e una performance adeguata alle attese dell’azienda, del team e del singolo. Identificare le motivazioni consente di conoscere quali possono essere le leve che spingono ad agire in un determinato modo, come veri e propri motori dell’azione giocando un ruolo essenziale nell’ottimizzazione della performance e della relazione.
Ovviamente per una performance elevata sono indispensabili conoscenze e competenze, non basta la sola motivazione, ma se presente questa impatta sulla performance in termini di persistenza, di tenacia nel raggiungere l’obiettivo.
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Per approfondimenti contattare: dott.ssa Patrizia Castelli
Certificazione Internazionale: TTI Success Insights® Professional Behaviours and Motivators Analyst