Le nostre convinzioni
“Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità” (Friedrich Nietzsche)
Quante volte ci è successo di sentirci insoddisfatti, irrequieti, in conflitto con noi stessi e/o con gli altri perché, nonostante tutto quello che abbiamo fatto e facciamo, non cambia nulla, non ne va dritta una…. Vorremmo fuggire…, rimaniamo paralizzati o fossilizzati nel vortice di pensieri ed emozioni che risucchia tutte le nostre energie fisiche e mentali.
Cerchiamo soluzioni, ma non facciamo che trovare ostacoli…
Beh! Allora forse è proprio l’ora di fermarsi, darsi tregua, respirare!
Proviamo a capire cosa ci succede.
Quando sperimentiamo una condizione di stress, con un’iperattività dell’amigdala (sistema limbico, cervello paleomammifero), fatichiamo a prendere le giuste distanze da quello che proviamo (paura, ansia, felicità, preoccupazione, senso di colpa, vergogna, insicurezza…), ad intrepretare e rispondere in modo funzionale agli stimoli che riceviamo.
Non è tanto la situazione in sé in cui ci troviamo che determina cosa proviamo, che influenza emozioni e comportamenti, ma il modo in cui la intrepretiamo, la percezione che abbiamo degli eventi, i nostri pensieri presenti, qui ed ora.
Secondo Epiteto, il cui pensiero è stato ripreso dalla Teoria Cognitivista di A.Temkin Beck nel Modello ABC, “Le persone sono disturbate non dalle cose, ma dall’interpretazione che essi ne danno”.
Difficilmente riusciamo ad essere distaccati e ad osservare in modo oggettivo i fatti; scatta spesso in noi, a livello irrazionale, un pensiero inconscio che produce una reazione, un comportamento automatico che non è conseguenza di una valutazione realistica.
Sono le nostre “convinzioni”, il nostro sistema di credenze (Belief System) che determinano emozioni, umore e comportamento conseguente (Consequence) ad una determinata situazione (Activating event, Antecedent), non la situazione in sé.
La situazione (A) attiva, stimola la mente che attraverso il filtro derivato dalle esperienze soggettive, i valori, le regole, l’educazione ecc. di ognuno di noi genera (B) il pensiero che pertanto è frutto di percezioni ed interpretazioni che si trasformano in convinzioni.
Esempio :
Laura Rossi, esperta nello sviluppo delle Risorse Umane, viene invitata a tenere un corso di team building per HR Manager. Una platea di persone provenienti da grandi aziende, professionisti del settore all’interno di un convegno all’Università di Psicologia.
Ha 20 anni di esperienza in azienda ed è riconosciuta come persona preparata, disponibile, capace di trasmettere teorie e metodi nuovi traducibili in pratica con un approccio empatico e una comunicazione chiara.
Eppure, la nuova situazione, il contesto universitario, il pubblico attivano involontariamente pensieri derivanti dal vissuto (dovevi impegnarti di più, non hai dato il massimo rispetto alle tue capacità; oppure quell’esame dove ti hanno chiesto quell’unico argomento che non ti andava giù…).
Laura, nonostante i successi ottenuti, i riconoscimenti per la preparazione, la validazione esterna, si sente insicura crede e di non essere mai all’altezza del compito. Tende a dare più peso ai giudizi poco incoraggianti, alle poche esperienze “negative” rispetto ai dati positivi riscontrati, creandosi così delle convinzioni limitanti che rischiano di ostacolare la buona riuscita del corso.
Cosa può succedere a Laura? Vedi tabella:
A – Activating Event (Situazione) |
B – Belief System (Pensiero) |
C – Consequence (Re-azioni) |
Tenere una lezione specialistica per un pubblico di professionisti | Non ce la farò mai Non mi ricordo più nulla Che figuraccia farò! Dovevo prepararmi meglio Non sarò mai all’altezza della situazione Penseranno che sia un incompetente |
Livello Somatico: Nodo alla gola, sudorazione, arrossamento, tremore … Livello Emotivo: Ansia, paura, insicurezza … Livello Comportamentale: Esporre in modo poco coinvolgente, perdere il filo del discorso, balbettare… |
Se il pensiero di Laura continuerà ad essere lo stesso (B), sarà molto probabile che ottenga quei risultati; se continuerà a pensare che le cose andranno male, rischierà di fare il primo passo per andare proprio nella direzione tanto temuta, per mollare o crollare al primo ostacolo.
Come una profezia che si autoavvera.
E il circolo vizioso rischia di ripetersi e consolidarsi, fino a creare quello che viene definito: auto-sabotaggio.
“Quello che siamo è il risultato di ciò che abbiamo pensato”

“Le nostre convinzioni possono plasmare, influenzare o perfino stabilire il nostro grado di intelligenza, di salute, di relazioni, di creatività, addirittura il nostro grado di felicità e di successo personale.” (Robert Dilts)