Case study – “Un meeting di lavoro”
Pensando ad un team di lavoro potremmo facilmente incontrare la seguente situazione:
Carlo è quello che si presenta all’incontro puntuale, attento a quando arrivano gli altri e pronto ad iniziare secondo programma. Arriva ben preparato e, se possibile con materiali da distribuire come base per la discussione. Verifica che vengano presi in considerazione tutti gli elementi all’ordine del giorno, prende nota di chi è presente, dà spazio alle domande e fornisce risposte dettagliate e avvalorate da dati od esempi concreti. Alla fine dell’incontro invia una mail con le informazioni dettagliate su eventuali passi successivi.
Francesco invece, se l’atmosfera diventa troppo seria e formale, tende ad annoiarsi, inizia a parlare con i colleghi e a divagare, possibilmente inserendo dell’umorismo anche a fronte di temi seri e problematiche da risolvere. Si mostra ottimista e pensa che in un modo o nell’altro una soluzione verrà trovata, perciò dedica il suo tempo a socializzare, senza preoccuparsi di arrivare ad una conclusione concreta né di rimanere nei tempi prestabiliti. Se può, si alza e se ne va sollevando le rimostranze di Carlo che si sente offeso per la mancanza di attenzione, e giudica Francesco come il solito superficiale. Francesco ama le riunioni vivaci, dialettiche e informali e in quel caso vi partecipa attivamente. Non ha problemi né con il public speaking né con il trovarsi con persone che non conosce. Al centro della scena si trova benissimo.
Mariagiovanna è interessata solo agli incontri che organizza e conduce lei. Evita in modo particolare quelli di Carlo che reputa un’eccessiva perdita di tempo. I suoi meeting sono brevi, diretti al punto e solo per uno scopo preciso. A volte è così rapida che pensa che gli altri abbiano già capito al volo le sue richieste o le informazioni che spesso esprime in modo sintetico tralasciando dettagli anche importanti e si stupisce se Carlo o Claudia chiedono spiegazioni.
Spinge perché altri portino idee e soluzioni, ma le può capitare di scartare al volo idee se non sono ben presentate o se minano la sua autorità.
Claudia non dimostra se l’incontro le piace o meno, ascolta attentamente tutti e se la situazione lo permette, conferma e supporta le idee degli altri. Quando Francesco e Maria Giovanna arrivano allo scontro, sta in silenzio e in disparte finché si calmano le acque, e se interviene sa a ricondurre la conversazione a toni pacati, ma guai ad obbligarla a schierarsi per uno o per l’altra, o ad intervenire, allora si agita e si preoccupa, teme di peggiorare le cose e di non saper dare un aiuto valido. Preferisce gli incontri periodici, regolari settimanali, dove l’agenda e i partecipanti sono prevedibilmente gli stessi.
Questi esempi rappresentano i 4 stili prevalenti del DISC:
- Mariagiovanna ha come stile prevalente la D – Dominante, rapida, diretta e competitiva
- Francesco invece si mostra più I – Influente, amichevole, ottimista e relazionale (win-win)
- Claudia appartiene prevalentemente al profilo S – Stabile, ama lo status quo, la tranquillità e tifa per la squadra
- Carlo è prevalentemente C – Cauto, attento al dettaglio, preciso e razionale e preparato.
Per una collaborazione di successo dobbiamo fare in modo che ognuno possa dare quello di cui gli altri hanno bisogno, nel modo e nei termini necessari; ma perché questo accada dobbiamo essere in grado di richiedere, nei limiti del possibile, ad ognuno di contribuire con quello che sa far meglio mettendolo nelle condizioni più confacenti alla propria attitudine e stile comportamentale.
Quindi, riconsiderando l’esempio precedente, Francesco potrebbe avvantaggiarsi delle abilità di Carlo nella raccolta e nell’analisi meticolosa di informazioni, nella pianificazione e organizzazione di materiali, e viceversa Carlo potrebbe giovare delle abilità di Francesco nel promuovere quanto da lui predisposto coinvolgendo gli altri e mostrandosi persuasivo, ottimista e flessibile nel venir incontro alle necessità degli altri. Da una parte Carlo si sentirà sollevato perché riduce il rischio di essere criticato, dall’altra Francesco non sarà obbligato a preoccuparsi di un lavoro di dettaglio e di lunga preparazione che non sta nelle sue corde. In questa prospettiva il team diventa vincente e la relazione diventa win-win.
Di norma invece la stessa situazione viene interpretata come: (Carlo) “Ecco, come al solito sono sempre io che devo fare tutto il lavoro e poi il merito se lo prende sempre Francesco, il solito sognatore, superficiale che non prende mai nulla sul serio, ma sa vendersi bene! – (Francesco) “Pignolo come sempre, lento e senza un minimo di creatività, che noia Carlo sa solo fare le pulci ad ogni mia idea e criticare”.
In questo Maria Giovanna, il Dominante, capace di decidere rapidamente e di rischiare, di giungere a soluzioni innovative, se vuole un contributo di Carlo e Claudia dovrà dare loro il tempo di prepararsi in anticipo fornendo indicazioni chiare su quanto ci si aspetta da loro, senza far loro improvvisare un contributo o cambiare inaspettatamente tema dell’incontro. Claudia con la sua capacità di ascolto, l’abilità di riflettere e ponderare, con la sua poca propensione al rischio può essere utile nel riportare con i piedi per terra i Dominanti e gli Influenti, bilanciando i loro slanci istintivi. Supportiva, non competitiva, non viene considerata una minaccia, ma ha bisogno di essere espressamente coinvolta e di ritrovare un clima sereno e pacato.
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